Il futuro del settore al primo Summit del Gioiello Italiano ad Arezzo

Si è concluso con successo il primo Summit del Gioiello Italiano ad Arezzo dove sono state delineate le linee guida per il futuro del settore orafo gioielliero.

Il futuro del settore al primo Summit del Gioiello Italiano ad Arezzo

Il primo Summit del Gioiello Italiano ad Arezzo, organizzato da Italian Exhibition Group assieme al Comune di Arezzo, alla Camera di Commercio di Arezzo Siena e ad Arezzo Fiere e Congressi si è concluso con successo tracciando le linee guida per il futuro del settore orafo gioielliero. Molteplici brand, istituzioni e associazioni di categoria a confronto, hanno infatti sottolineato come il Made in Italy del gioiello stia rafforzando il suo posizionamento sul mercato globale puntando a valori fondamentali quali la sostenibilità, il branding e la formazione.

Ad aprire il summit, finalmente in presenza a due anni dall’ultimo evento orafo nel format “fisico”, è stato l’On. Vannia Gava, Sottosegretario di Stato alla Transizione Ecologica, che ha testimoniato come “il sostegno del governo per la struttura imprenditoriale del comparto orafo italiano rappresenti una vera e propria ricchezza. Le imprese del settore attive che devono essere sostenute sono ben 7482, danno lavoro a 31.172 addetti e generano un fatturato di quasi 8 miliardi di euro”.

Successivamente ai saluti del presidente di IEG Lorenzo Cagnoni, del sindaco Alessandro Ghinelli, del presidente CCIAA Arezzo Siena Massimo Guasconi, e del presidente di Arezzo Fiere e Congressi Ferrer Vannetti, si sono poi confrontati i protagonisti dell’industry in una serie di interventi e interviste moderate da Maurizio Amoroso, vice direttore News Mediaset.

Il primo panel, sostenuto da Roberto Luongo, Direttore Generale di ICE, è stato dedicato alla ripresa dell’export manifatturiero nazionale che, resiliente agli urti della pandemia, ha testimoniato la prova di forza del settore orafo-gioielliero sui mercati internazionali con particolare riferimento a Stati Uniti, Svizzera, Francia, Emirati Arabi Uniti e Hong Kong. La crescita del Made in Italy è stata infatti robusta e ha segnato +71,3% rispetto al 2020 e +7,2% rispetto al 2019, con valore nei primi 9 mesi dell’anno pari a 5,5 miliardi di Euro per un contributo all’export italiano complessivo tra il 2020 e il 2021 di +0.44 punti percentuali. Qualità, originalità e unicità della manifattura sono state le chiavi del successo di un comparto che può ora affidare alla campagna Nation Branding, lanciata lo scorso novembre, l’obbiettivo di minimizzare gli effetti negativi dell’attività di imitazione e contraffazione dei prodotti italiani.

Successivamente grandi player internazionali come Bulgari, Vhernier e Unoaerre hanno sottolineato il ruolo di primo piano del lusso in ambito sociale, ambientale ed etico. Nello specifico Eleonora Rizzuto di LVMH/Bulgari ha descritto un cliente sempre più attento alla trasparenza delle informazioni e sempre più curioso e desideroso di risposte su tutto ciò che riguarda la gestione responsabile delle attività.
Maria Cristina Squarcialupi di Unoaerre ha invece descritto il ruolo fondamentale delle aziende nel riprogettare un sistema economico partendo dal recupero e dalla produzione di materie prime alla loro trasformazione in prodotto finito, dalla realizzazione di tutte le componenti alla finitura dell’oggetto.
Infine Isabella Traglio di Vhernier ha evidenziato la necessarietà di puntare alla produzione Made in Italy per dare riconoscibilità e valore ai propri prodotti.

Claudia Piaserico, presidente di Federorafi Confindustria e Alessia Crivelli, vicepresidente con delega alla formazione, hanno presentato il progetto “la nuova rete metropolitana della formazione” ponendo l’accento sull’esigenza di creare nuove professionalità, operative e manageriali, attraverso piani formativi specialistici.
A sostegno di ciò è stato presentato il progetto VIVI ORO dalla Consulta Orafa di Arezzo con la Camera di Commercio Arezzo-Siena e con l’influencer Laura Inghirami, founder di Donna Jewel che ha portato alla nascita del primo brand collettivo italiano con l’obbiettivo di portare nelle oreficerie la garanzia di autenticità e di un elevato livello qualitativo dei preziosi.

Al primo summit del Gioiello Italiano sono intervenuti infine i key opinion leader dei settori attigui a quello orafo, come il fashion, che è stato apripista nell’adozione di modelli sostenibili. Beppe Angiolini di Sugar ha portato l’esempio del suo negozio sottolineando l’esigenza degli investimenti necessari a sostenere a forza del Brand. Omar Antonio Cescut di Lem industries ha evidenziato come una azienda tecnologica e produttiva possa supportare le PMI italiane che non hanno una struttura necessaria per adottare processi di nuova generazione. Fabrizio Passarini dell’università di Bologna ha illustrato le opportunità per le PMI manifatturiere dei principali distretti italiani date dal PNRR e dai progetti europei legati al tema della transizione ecologica. Infine Sergio grifoni di Banca Cambiano 1884, Gold Sponsor dell’evento ha tracciato lo stato di salute del settore dal punto di vista finanziario e il supporto del sistema bancario al comparto dell’oreficeria.

A tirare le conclusioni di questo nuovo appuntamento della Jewellery Agenda di IEG dedicata agli eventi di settore nazionali Corrado Peraboni, AD di IEG, che assieme a Marco Carniello, Global Exhibition Director Jewellery & Fashion di IEG, ha presentato le prossime tappe a disposizione delle aziende orafe per incontrare i mercati internazionali: Vicenzaoro January (21-26 gennaio 2022, Fiera di Vicenza), Jewellery Gem & Technology Dubai (22-24 febbraio 2022, DUBAI World Trade Center), Oroarezzo (7-10 maggio 2022, Arezzo Fiere e Congressi.

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