Confartigianato sull’export dei distretti orafi italiani
Secondo i dati registrati nel primo trimestre 2018, Arezzo segue Valenza Po. Export nazionale in crescita del 4% rispetto al 2017
Nel corso del primo trimestre 2018 la domanda mondiale di oreficeria ha fatto registrare una riduzione di un punto percentuale rispetto al 2017, nello stesso periodo di valutazione. Questi i dati del World Gold Council, sottolineati dal focus sull’export presentato da Confartigianato.
Nonostante la debolezza della domanda mondiale di gioielleria, però, l’export nazionale di settore - in termini di valore monetario – ha manifestato un andamento positivo rispetto ai primi 3 mesi del 2017, facendo registrare una crescita di circa il 4%. Si tratta di un aumento ancora più significativo alla luce della contrazione delle quotazioni in euro del metallo prezioso (circa -5%) e alla perdita di competitività dovuta al rafforzamento dell’euro rispetto al dollaro.
Nel focus di Confartigianato, inoltre, emerge come la crescita dell’export nazionale nasconda andamenti diversificati nei principali distretti produttivi: il distretto orafo aretino registra una contrazione dell’export del 2,6% mentre quello vicentino arriva a -4 punti. Controcorrente Valenza Po che si stabilizza a +21% diventando il primo distretto produttivo dell’oreficeria italiana. Il tutto grazie principalmente alla crescita delle spedizioni verso grandi centrali di acquisto delle griffes internazionali, in Svizzera e Francia.
Osservando l’andamento dell’export del distretto orafo di Arezzo verso i principali mercati di destinazione, si nota come gli Emirati Arabi Uniti, pur scontando una contrazione di quasi 20 punti percentuali rispetto al primo trimestre 2017, si confermino al primo posto nel ranking dei principali paesi di sbocco del gioiello aretino. In flessione le esportazioni verso Hong Kong (-8%), Stati Uniti (-13,7%) e Repubblica Domenicana (-7,9%), mentre crescono quelle verso Turchia (+17,4%), Francia (+13,8%), Panama (+32,2%) e Libano (+40,8%).
Andamento stabile per quanto riguarda i principali mercati UE: leggera crescita in Germania (+1,2%), Spagna (+2,4%) e Polonia (+ 0,8%), mentre viaggia in controtendenza la Gran Bretagna che fa registrare una perdita del 6,2% rispetto ai primi mesi del 2017.